Nasco in viaggio, fra una piazza e l’altra, in una famiglia che del viaggio e dell’illusione ha fatto una storia.
Mio padre Tommaso, detto Masi, nel 1948 costruisce il nostro Teatro Mobile, tutto a mano, tutto di legno, 500 posti: il “Piccolo Carro di Tespi” della “Compagnia Italiana di Prosa Carrara-Laurini”.
Teatro e, a fianco, la carovana: una casa su ruote di gomma piena per una famiglia di attori girovaghi da dieci generazioni. Una vita in viaggio fino al 1975 quando il Teatro Mobile diventa
Stabile.
I modi cambiano ma il viaggio continua: tournee internazionali, nuove idee di Teatro Popolare, la reinvenzione della Commedia dell’Arte, la rilettura dei classici, il teatro ragazzi.
Per vent’anni Arlecchino mi ha accompagnato in giro per il mondo, dal Giappone alle Americhe.
Ora la maschera riposa, non più canovacci a volto fisso, ma tante storie che affiorano dal passato e si reinventano nel presente.
Per me fare teatro è starci dentro, viverlo, reinventarlo, e quindi eccomi qua, sempre pronto a trasformare, cambiare, mutare senza rinnegare ricordi ed esperienze che rimangono la preziosa eredità a cui continuo ad attingere a piene mani.
Oggi ci sono nuovi personaggi, costumi, trucchi, ma il cuore, l’essenza necessaria del “fare Teatro” rimane sempre la stessa: il riflesso di una fiamma negli occhi di chi il teatro lo fa vivere e il teatro, si sa, vive solo se brucia.
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