Paolo Domenico Malvinni
Titino Carrara, Giorgia Antonelli, Calicanto
Calicanto
Titino Carrara
Siamo nel XV secolo: la Serenissima Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, ovvero il Doge Francesco Foscari e il duca Filippo Maria Visconti, sono ai ferri corti.
Brescia, alleata della Serenissima e avamposto strategico nello scacchiere padano, è assediata dall’esercito milanese al soldo di Filippo Maria Visconti. Un assedio esasperante: dentro le mura c’è fame e la peste è in agguato.
Venezia non sa come portare soccorso agli alleati: la pianura padana è in mano.
Il Gattamelata, comandante in capo dell’esercito veneziano, ha un’idea folle e geniale: raggiungere il Garda con una flotta passando a nord, su per i monti, conquistare il lago e utilizzare la via d’acqua per i soccorsi a Brescia assediata.
Questa è l’unica, pazzesca via da percorrere. La flotta risale controcorrente il fiume Adige, combatte ogni sorta di avversità: migliaia di buoi e cavalli tirano funi dalle sponde, le vie degli zattieri, migliaia di braccia spingono
con pertiche, argani.
Ponti abbattuti al passaggio delle navi alberate. E avanti fino a Verona. E su per la Chiusa, la Porta delle Alpi.
A Mori le navi vengono tirate in secca e l’impresa si fa titanica: “navegar per monti”… la flotta deve attraversare una lunga valle, risalire le montagne, alberi e rocce, sudore e sangue.
Ultimo ostacolo il passo San Giovanni: cento metri di roccia in verticale… e finalmente volare fra dirupi e baratri, con il vento fra le vele a frenare la discesa, giù verso Nago e Torbole per posare finalmente gli scafi nel color cobalto del lago di Garda.
Ce la farà: la flotta veneziana conquisterà il lago e potrà portare soccorso a Brescia imponendo il proprio dominio sulla importantissima “via d’acqua”.
È una storia di uomini e di poteri, una storia di acqua e di terra per un “surreale corteo” di navi che volano sulle montagne e confondendo le vele con le nuvole.
Il Gattamelata, il doge Francesco Foscari, il duca Filippo Maria Visconti,
Sorbolo da Candia, Blasio de Arboribus… sono i personaggi che ritrovano voce nella “magnifica intrapresa”, a volte enfatizzati, altre messi in ridicolo ma solo per soffermarci con maggiore simpatia sull’azione e sullo sforzo umani, in una allegoria del nostro quotidiano: l’impresa che ognuno è chiamato a compiere.
Narrazione brillante, musiche e canzoni d’autore per la rappresentazione di una vicenda storica avvenuta nel XV secolo tra Venezia e il Trentino, lungo il corso dell’Adige e sul lago di Garda.
In scena: due attori narratori: Titino Carrara e Giorgia Antonelli.
Tre musicisti e una cantante per un gruppo folk storico: Calicanto, per l’esecuzione dal vivo delle musiche ispirate alla tradizione musicale popolare.
Uno spettacolo di parole e musica, dove si mescolano comicità e dramma per una incredibile Magnifica Intrapresa.
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